La storia che segue ci ricorda che il passato non è destino. Qualunque sia stato questo passato e al di là di esso, abbiamo un presente e un futuro da vivere, da costruire, da creare. Il passato, per quanto doloroso possa essere stato, non ha l'ultima parola. L'ultima parola ce l'ha sempre e comunque l'Amore.
Questa è la storia di Alice, una ragazza dal passato difficile, drammatico. La sua infanzia è segnata da profonde ferite, ferite emotive e affettive. Ha sempre cercato di farsi vedere, notare dai suoi genitori. Ha sempre voluto che loro si potessero accorgere dei suoi bisogni e necessità, negati, troncati, abusati purtroppo dal loro egoismo. Troppo incentrati a cercare di risolvere il loro fallimento matrimoniale piuttosto che cercare di capire e prestare attenzione ai segnali che Alice inviava loro; segnali di dolore e di sofferenza. Alice ha iniziato a soffrire di ansia fin da sette anni. Aveva attacchi di panico. Soffriva di agorafobia. E' cresciuta, nel frattempo è diventata donna, che porta in sé ferite di mancato amore. Un padre assente, emotivamente distante, narcisista patologico. E una madre che cerca di mandare avanti un matrimonio, restando accanto a un uomo violento,. Nonostante questo, Alice ama profondamente i suoi genitori. In mezzo a tutto questo dolore, lei scopre il dono delle fede e prega per i suoi genitori. Scoprendo la fede in Dio, si rende conto che tutto l'amore mancato, il fatto che non si sentisse degna di amore, Dio glielo fa scoprire, sente in sé l'affetto e la bontà di un Padre che umanamente le è mancato, ma che spiritualmente ha trovato. Un rapporto di amicizia, di figliolanza con Dio Padre che ha cura e amore per ciascuno di noi. Alice non si può dire definitivamente guarita dalle ferite che porta con sé. Eppure l'amore di Dio le ha fatto capire che nessuno è perfetto, che possiamo sbagliare tutti e che i suoi genitori a loro modo l'hanno amata. Lei sa che è chiamata ad amare proprio come Dio ha fatto con i suoi nemici. E' l'Amore che crea ogni cosa e Alice questo lo sa.
